Vino, anteprime, enotour; la formula di successo di Sicilia en Primeur
Oltre cento giornalisti nazionali e internazionali accreditati, nove enotour, ottocento vini in degustazione, sessanta aziende vitivinicole, cinque masterclass. Sono questi i numeri principali dell’edizione numero 19 di Sicilia en Primeur, l’evento itinerante ideato da Assovini Sicilia per presentare alla stampa in anteprima i vini dell’ultima vendemmia ma anche per fare il punto sulla crescita dell’enoturismo.
Location scelte quest’anno: l’intramontabile Taormina e Radicepura, a Giarre.
A chiudere l’appuntamento è stato il convegno “Sicilia: Top Wine, Film, Tourism Destination”, moderato dal giornalista Nino Amadore, corrispondente del quotidiano Il Sole 24 Ore.
Attraverso Sicilia en Primeur è stato anche promosso il patrimonio vitivinicolo e storico-archeologico siciliano attraverso alcuni enotour che hanno ospitato la stampa nazionale ed estera, ribadendo che in Sicilia il binomio vino e cultura è sempre più vincente.
Cinque in tutto le masterclass condotte dai giornalisti e autori Fabio Rizzari e Giampaolo Gravina (“Questione di stile / Icone del vino siciliano: 11 etichette che hanno fatto storia”; “”L’Etna secondo Assovini Sicilia, versanti, contrade e stili”; “Declinazioni della luce: 12 vini della Sicilia che non ti aspetti) e dalla Master of Wine Elizabeth Gabay (Sparkling and fizzy wines. The new Sicilian frontier”; “Sicilia en Rosé”).
I soci di Assovini Sicilia scommettono insomma sempre di più sull’enoturismo e contribuiscono con successo a trainare il brand Sicilia valorizzando il proprio territorio. Secondo il sondaggio rivolto agli associati, il 90% delle aziende ha una struttura destinata all’enoturismo per la degustazione in cantina. Il 32% di queste possiede una struttura ricettiva con posti letto e il 30% offre una proposta di ristorazione.
I servizi offerti dalle cantine Assovini sono sempre più curati e diversificati, trasformandosi in wine experience: oltre il 51% offre dai corsi di cucina ai percorsi benessere, dal wine trekking ai tour che interagiscono sempre più con il paesaggio e la cultura dei luoghi.
L’intervento di Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, ha aperto il convegno di Sicilia en Primeur: “Unendo le strategie vincenti di marketing dell’accoglienza adottate in California, con l’unicità, la ricchezza del patrimonio storico, culturale, archeologico della Sicilia e l’autenticità dei luoghi e dei produttori siciliani, la Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza, la Sicily Valley del Mediterraneo”.
“Alla centralità del vino come esperienza di degustazione -ha aggiunto-, l’enoturismo delle nostre aziende associate affianca un’offerta diversificata e di qualità, dal semplice tasting alla più complessa esperienza in vigna come concerti, un reading o un percorso artistico tra i vigneti. Con la wine experience si vogliono trasferire le emozioni dalla vigna al vino fino al consumatore finale, attraverso la personale esperienza e storia dei produttori. E lo si vuole fare in una cornice unica: quella del territorio, della cantina, del vino”.
Roberta Garibaldi, docente presso l’Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, nel suo intervento su Trend e Tendenze del Turismo Enogastronomico ha evidenziato che “La Sicilia conferma il suo primato come migliore meta enogastronomica per i turisti italiani grazie al fascino esercitato dal food & wine. L’enoturismo è uno dei punti di forza dell’offerta, e nel futuro sarà chiamato ad evolversi ed arricchirsi”.
Di tourism wine destination ha parlato il professore Benedetto Puglisi, co-founder e direttore scientifico Master THEM in Tourism Hospitality & Event Management di BeAcademy: “Le wine destination non rappresentano solo un prodotto turistico ma un modello di sviluppo territoriale sostenibile. L’interesse per questo settore è cresciuto tantissimo negli ultimi anni. La Sicilia in questo contesto ha fatto emergere eccellenze e grandi potenzialità di sviluppo. Le caratteristiche territoriali dell’isola, la varietà di vigneti e cantine ed il suo importante patrimonio turistico, culturale e ambientale sono il mix di elementi alla base di un tourism wine destination di successo”.
Riflettori puntati anche sul ruolo della vitivinicoltura siciliana e sulla qualità dell’Annata 2022.
“L’annata 2022 è stata una delle più eterogenee degli ultimi anni, qualitativamente molto ricca e diversificata, come si può riscontrare dall’eleganza, dalla maturità fenolica e fragranza dei vini prodotti. I territori viticoli siciliani, estremamente diversi per peculiarità orografiche, ampelografiche e microclimatiche, hanno vissuto una buona annata produttiva, nella media degli ultimi anni, con un incremento nella ricchezza delle diverse espressioni qualitative per le diverse varietà” – ha commentato Mattia Filippi, enologo e fondatore di Uva Sapiens.
Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Siciliaha quindi aggiunto che “La ricchezza dell’isola è data da un clima invidiabile ma anche da un territorio che presenta più di 70 varietà autoctone e 42mila ettari di viticoltura sostenibile. Tra i nostri impegni prioritari c’è quello di dedicarci alla conservazione della biodiversità generata dai 3.000 anni di viticoltura nell’isola”.