A San Valentino arriva il Valtènesi Chiaretto

valtenesi fotoNel giorno di San Valentino si torna a brindare in rosa con la nuova annata del Valtenesi Chiaretto, il rosé prodotto sulla riva bresciana del lago di Garda con le uve autoctone del Groppello. In quest’area caratterizzata da un particolare clima mediterraneo, questo uvaggio rappresenta ormai un’autentica rarità ampelografica, al mondo infatti ne resistono solo 400 ettari, coltivati per l’appunto sulle colline moreniche che contornano le coste occidentali del Benàco.
Dal 2011 il vino è diventato denominazione d’origine controllata.
La produzione del Chiaretto Valtènesi è consentita solo nella provincia di Brescia.
Il vino nasce dal contatto tra il mosto e le bucce delle uve rosse vendemmiate a settembre. Nel corso del rito della svinatura notturna, i cantinieri devono sintetizzare in pochi cruciali istanti tutta la loro esperienza, catturando la freschezza ed il temperamento del territorio. Il risultato è un rosé sapido, fragrante e fresco di note fruttate in gioventù, ma capace di acquisire armonia, eleganza ed equilibrata complessità in pochi anni di affinamento. Un vino di grandi tradizioni, ma anche in perfetta sintonia con il gusto del consumatore moderno, molto versatile, a tavola si abbina facilmente ed è molto apprezzato anche come aperitivo.
La nascita del Valntènesi risale a tempi lontani, alla storia d’amore tra la nobildonna gardesana Amalia Brunati ed il senatore veneziano Pompeo Molmenti. Nel 1885 il matrimonio tra i due portò il senatore Molmenti nei possedimenti dei Brunati a Moniga, in Valtènesi. Qui la sua passione per la viticoltura d’avanguardia e per la vinificazione in rosa, appresa nei viaggi francesi, sfociò, già nel 1896, nella codifica ufficiale del metodo di produzione di questo rosé di territorio, la cui produzione però era diffusa sulla riviera bresciana del Garda fin dal ‘500 con la denominazione “claretto”, stando ai testi dell’illustre agronomo bresciano Agostino Gallo (1499-1570).
Fu proprio il Molmenti a traghettare il Chiaretto della Valtènesi nel favoloso clima della belle époque quando il suo vino, nel 1904, venne ammesso alla famosa Esposizione Bresciana, vincendo la medaglia d’oro.
Il successo riscontrato contribuì ad amplificare la sua fama oltre i confini locali, portandolo anche nei salotti e nei locali milanesi del primo ‘900 dove divenne un aperitivo di moda.
Ed è proprio per ricordare questi momenti speciali che il Consorzio Valtènesi ha deciso di riportare il Chiaretto a Milano nella splendida cornice della Galleria Vittorio Emanuele al ristorante Il Salotto, per il déblocage in anteprima del primo magnum dell’annata. Evento che si è replicato lo stesso giorno a Brescia presso lo storico Hotel Vittoria, unico cinque stelle della città.presidente e vice
“Questo doppio appuntamento di lancio preannuncia una stagione di grandi eventi in rosa che vedranno il Chiaretto 2015 protagonista di primo piano” ha annunciato Alessandro Luzzago, presidente del Consorzio Valtènesi. “Dal 13 al 15 marzo torneremo per il secondo anno consecutivo al Prowein di Dusseldorf, dal 10 al 13 aprile brinderemo al 50esimo di Vinitaly, mentre dal 3 al 5 giugno ci attende la nona edizione di “Italia in Rosa”, la ormai consolidata vetrina nazionale dedicata ai rosé in programma nel castello di Moniga del Garda”.
Gli associati del Consorzio Valtènesi sono circa un centinaio, suddivisi tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori, mentre le aziende imbottigliatrici presenti sul mercato con un proprio marchio sono circa 50.
Oltre al Chiaretto si produce anche un rosso, anche se il nome rosso non appare sull’etichetta, sapido ed equilibrato, con riflessi color rubino, dal profumo fresco e con note speziate.

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Isabella Radaelli

Giornalista e blogger, ha trasformato una passione, quella per il cibo e il vino, in un lavoro. Non è sommelier, non ha frequentato corsi di avvicinamento al vino, ma tutto ciò che conosce l'ha appreso bevendo i migliori vini del mondo. Quando è nata sua madre non ha perso le acque, ma lo champagne, da qui la sua grande passione per questo vino. Le piace molto uscire a cena e adora scoprire nuovi ristoranti. Ma non è sempre stato cosi. Da piccola non mangiava pressoché nulla, poi a Roma, in vacanza con la mamma, che poverina doveva portarla tutte le sere a cenare con cappuccino e cornetto o pizza napoletana, ha scoperto l'impepata di cozze e il salmone affumicato. Da lì è partito tutto l'ambaradan, ora adora il foie gras in tutte le sue declinazioni, i primi piatti, i filetti alti così cucinati alla Rossini o alla Wellington, i branzini, le orate, la bouillabaisse, le aragoste alla Thermidore, i tartufi e il caviale! Ha studiato lingue in Svizzera, ha abitato tre anni a Londra, la sua città preferita, dove scriveva per Time Out - Eating & Drinking Out, e colleziona elefanti (ne ho quasi 500) e il suo sogno è possedere un gregge di pecore nere in Irlanda o in Scozia.

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