C’era una volta… e speriamo viva in eterno il Brunello di Montalcino Biondi Santi
Si sono spenti i riflettori ormai da giorni sull’Expo Food & Wine, una seconda edizione di successo del salone enogastronomico tenutosi alla Ciminiere di Catania, ma ci sono incontri di degustazione che vanno meditati e maturati prima di essere raccontati, un po’ come accade prima di poter assaporare un vino longevo come il Brunello di Montalcino Biondi Santi.
La favola di questo splendido vino diventato mito, e della famiglia che lo produce, nasce nella seconda metà dell’Ottocento ad opera di Clemente Santi; Gherardo Fabretti, degustatore AIS e uno dei conduttori della degustazione, racconta questa favola divenuta realtà col fascino dello storico e del cantastorie insieme, partendo dal classico “c’era una volta”..
Ammetto che non è facile parlare di Montalcino e del Brunello perché tanto si è scritto e si è detto su uno dei pilastri del vino mondiale, ma la terna di esperti Sommelier AIS, capitanata dal presidente regionale Camillo Privitera, ha saputo coinvolgere la prestigiosa platea, rendendo la degustazione affascinante tanto da suscitare puntuali e preziosi interventi del pubblico, tra i quali il sommelier professionista Nando Papa e il giornalista Marco Mangiarotti. Un appuntamento importante anche per la nostra testata, perché non può che essere di buon auspicio introdurre la degustazione annunciando la nuova veste grafica di Enonews, più snella e accattivante per il lettore, frutto di un intenso lavoro di Orazio Pellegrino, che dirige dietro le quinte la macchina informatica del quotidiano. Le piacevoli tensioni emotive ci sono tutte e la scelta dei tre degustatori, Camillo Privitera, Piero Giurdanella e Gherardo Fabretti, di seguire il più classico criterio di servizio dall’annata più giovane alla più vecchia diventa quasi una sfida, per le sorprese che troveremo al calice.
Quattro “annate” indimenticabili in progressione dal 2009 al 2006 molto diverse tra loro servite dai sommelier Danilo Amato e Angelo Bua, quest’ultimo con l’emozione del debutto ufficiale.
Un’annata folgorante al palato anche di un esperto degustatore la 2006, la più vecchia delle quattro, l’ultima in ordine di servizio ma prima nella classifica di freschezza e giovinezza. Limpido e luminoso alla vista nel suo rosso rubino intenso, il sangiovese, divenuto brunello, dopo 36 mesi in botti di rovere di Slavonia mai nuove, così espresso, sprigiona freschezza e vigore. La frutta rossa non ancora sotto spirito si fonde con le note di rosa appassita, la nota speziata appena annunciata, le tostature delicate e il tocco di mineralità arricchiscono la complessità olfattiva. Il tannino è vigoroso; turgido e integro in bocca, il vino è quadrato, in attesa, forse ma non necessarie, di future rotondità. Non dimentichiamo che la tipologia “annata”, prodotta dai vigneti del “Greppo”, di sangiovese di età dai 10 ai 25 anni può invecchiare da 20 ai 40 anni.
Stile simile alla precedente l’annata 2007, ma diversa per caratteristiche dovute probabilmente anche all’andamento climatico; colpisce la brillantezza di colore, la complessità olfattiva e la lunghezza in bocca che annuncia eternità; l’equilibrio gustativo sembra comunque essere raggiunto; bisognerebbe degustare la stessa annata in momenti diversi per seguirne l’evoluzione.
Le due più giovani annate, la 2008 e la 2009, mostrano uno stile differente, forse anche dovuto ad un passaggio di consegne da Franco Biondi Santi al figlio Jacopo. Sembra cambiare il timbro ma il fascino persiste. Il 2008 gode di una intensa acidità che sarà il filo conduttore di questo vino per anni; al naso note verdi, piccanti e balsamiche. Elegante la progressione ma i muscoli mostrati nelle annate più vecchie sono ora a riposo e danno più spazio ai sapori intensi e persistenti; il 2009, espressione più giovane della batteria, è rosso rubino intenso con sentori fruttati avvolgenti; in bocca i tannini sono in punta di piedi ed il vino sembra aver acquisito una saggezza giovanile forse prematura, ma che vorremmo resistesse nel tempo senza cedere il passo ad eccessive rotondità.