Elisabetta Rogai, l’artista che dipinge con il vino  

roagi questaCosa può legare il vino all’arte? Solo la bravura e la magia di Elisabetta Rogai, artista fiorentina ideatrice di una nuova tecnica: “EnoArte”. Affascinanti le sue opere che sprigionano estro, creatività, incanto. Nel mondo delle eccellenze artistiche il nome di Elisabetta viaggia lungo lo Stivale ed oltrepassa i confini illuminando di stupore i volti degli estimatori d’arte. La sua tecnica, creativa e insolita, nuova e raffinata, appare surreale. Il Nettare degli Dei assume una nuova dimensione e diventa arte. Colora e anima le bianche tele, dona luce e vita, con ammalianti espressioni, a volti femminili: in una sola parola, sorprende!
Elisabetta è un’artista eclettica e ricercata: la sua maestria è stata apprezzata e continua a suscitare enorme interesse in varie manifestazioni. Il Vinitaly, palcoscenico rappresentativo di Bacco, la applaude da diversi anni con le sue opere colorate e profumate di vino; il Comune di Siena ha tanto apprezzato la sua arte da attribuirle, in occasione del Palio di Siena 2015, l’incarico prestigioso di dipingere il “Drappellone dell’Assunta”; la Rogai è anche testimonial per Audi Innovative Thinking. Questi sono solo alcuni dei riconoscimenti collezionati.
Elisabetta è una donna che non smette di stupire sia con la nuova tecnica sia con quella tradizionale, ed ecco che i suoi dipinti, realizzati su caftani e pashmine, vestono eleganti forme femminili, trasformano il classico jeans in un tessuto luminoso e colorato. La creatività di questa artista è esplosiva e suscita una inarrestabile emozione!

Quando ha capito che l’arte sarebbe stata Sua compagna di vita?
“Da bambina, all’età di circa 9 anni. Frequentavo la scuola elementare e disegnare era la mia passione; poi, alle medie, ma anche alle magistrali, i miei compagni di classe mi chiedevano di disegnare e dipingere per loro. Da lì ho capito che l’arte sarebbe stata la mia compagna di vita. All’esame di maturità ho scritto la tesi sulla mia arte. Per diversi anni ho insegnato alle elementari e, purtroppo, per un po’ di tempo ho dovuto mettere da parte la mia passione dipingendo solo di pomeriggio e nei fine settimana. Sono stata, credo, la prima a portare i bambini in giro per musei e a farli innamorare della storia dell’arte”.

Ci può spiegare cos’è  la tecnica EnoArte?
“La tecnica EnoArte deriva da due parole: eno (vino) e arte: dipingere col vino. Fin dall’antichità l’arte si è espressa in vari modi utilizzando i prodotti della terra, basti pensare alle bacche, alle terre, al carbone; anche il vino sarà stato impiegato, ma mai è stato ritrovato un quadro dipinto col vino. Sappiamo tutti che il desiderio di Bacco contiene alcol, il quale, evaporando, non farebbe mantenere a lungo il disegno. Nella mia tecnica EnoArte sono riuscita attraverso molteplici sperimentazioni, e con l’aiuto di un professore di chimica organica, ad avvalermi di quel nettare sulle tele con un risultato sorprendente”. roagi 2

Qual è il Suo rapporto con il vino?
“Io ero una astemia, ora devo dire che lo amo! Il mio feeling con il vino nasce innanzitutto con il senso olfattivo, poi mi piace anche degustarlo”.

Come è nata l’idea di dipingere con il vino?
“Ritengo di essere una sperimentatrice; dipingevo sulla tela ma anche sul jeans, sul lino, sulla canapa. Poi è scattata la curiosità, la voglia di scoprire che è in me a farmi cambiare mezzo e a provare nuove idee; dopo diversi tentativi, anche tecnologici, ho utilizzato il vino”.

Oltre a vino e pennelli, quali altri materiali utilizza per realizzare i Suoi dipinti?
“Dopo il Palio di Siena ho cominciato a mettere insieme al vino anche colori ad olio per dare dei colpi di luce. Non a tutti piace una pittura monocromatica, per cui ho conservato questa vena di colore. Personalmente, amo molto il quadro fatto con il vino e basta!”

Le Sue opere, come il vino, subiscono dei cambiamenti?
“Le mie opere, come succede con il vino, subiscono certamente dei mutamenti. Col tempo il colore sulla tela cambia, invecchia, si ossida. Quando realizzo un dipinto, all’inizio il colore è rubino; poi, anche a seconda del vitigno e dell’intensità del colore, subisce delle trasformazioni e col tempo diventa melanzana, il colore assume tonalità più scure: terra d’ombra, cognac, terra di Siena. L’opera continua a vivere con un nuovo punto di vista cromatico”.

A quale lavoro è particolarmente legata?
“A parte il lavoro in occasione del Palio, penso al dipinto che raffiguri un Angelo realizzato con la tecnica EnoArte utilizzando il Brunello della fattoria di Argiano, e una donna con un calice dipinto con il Chianti Classico”.

Quali sono i Suoi progetti futuri?
“A maggio tornerò per l’ennesima volta in Cina, a Canton; diverse performance, alcune mostre e un’esposizione, molto particolare, al museo del ‘900 a Firenze legata al Taste, il salone dedicato alle eccellenze del gusto e del cibo”.

Lei è un’artista apprezzata non solo in Italia ma anche all’estero; ha un sogno artistico nel cassetto che vorrebbe realizzare nel nostro Paese o anche fuori?
“Sì! Ho tanti progetti e il mio sogno è quello di vedere un mio quadro in un museo importante come gli Uffizi o il Louvre. Negli ultimi anni anche in Italia si sono accorti che esistono pittori italiani validi. Per un lungo periodo, e purtroppo anche tuttora, sono stati apprezzati pittori stranieri come se essere stranieri fosse sinonimo di bravura”.

rogaiCosa rappresenta nei Suoi dipinti?
“Dipingo donne, bambini e, dal Palio in poi, anche i cavalli che mi piacciono tanto: mi danno il senso di libertà, della velocità muscolosa. Nel mio immaginario il cavallo non ha mai le briglie…”

Ha realizzato un Suo autoritratto?
“Sì, certo! Ho un autoritratto di qualche anno fa, realizzato molto per benino, formale e devo dire che ora non mi ci rivedo molto. Succede come per gli abiti che, dopo qualche anno, appaiono superati… non te li vedi più bene addosso. Ecco, con l’autoritratto la sensazione è questa! Non appena avrò un po’ di tempo ne realizzerò uno alla moda!”

Ringrazio Elisabetta per la Sua disponibilità e l’opportunità che mi ha dato nel realizzare questa intervista: un privilegio ricevuto da una Grande Artista!

Facebooktwittermail

Agata Faro

Ha seguito il richiamo della sua passione attraverso la serie di corsi per conseguire gli attestati dei vari livelli di sommelier AIS, fino al riconoscimento dell’abilitazione professionale. Iscritta dal 2012 nell’elenco generale degli esperti degustatori vini D.O., presso l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, il suo motto è “Degustare in viaggio”. Ritiene, infatti, che il modo migliore per comprende un vino e la storia di chi lo produce è quello di vivere il territorio. Dal 2011 collabora con EnoNews raccontando di viaggi, degustazioni, e di buona cucina.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.