A Marsala per discutere di itinerari enogastronomici
Parlare di itinerari enogastronomici è importante oggi più che mai alla luce della recentissima normativa approvata la scorsa primavera e recante le Linee Guida dell’Enoturismo (D.M. 12 marzo 2019).
Ed è questo ciò che è avvenuto lo scorso venerdì 20 settembre 2019 nella splendida cornice dell’antico Chiostro del Convento del Carmine in Marsala, nel corso delle giornate dedicate alla BITC (Borsa Italiana del Turismo Culturale), iniziativa organizzata dal Dottor Alfredo Anania (presidente della Società Cooperativa Fenorabia Group Europe) e patrocinata dal Comune di Marsala. Ercole Alagna, enologo già docente dell’Istituto Agrario di Marsala, e Franco Rodriquez, delegato dell’Associazione Sommelier di Trapani, hanno condotto la Tavola Rotonda con tema «Itinerari socio culturali, naturalistici ed enogastronomici» al cospetto di un pubblico attento e partecipativo formato da enologi, sommelier e imprenditori turistici. Argomenti trattati: le unicità del nostro territorio, non solo dal punto di vista storico, naturalistico, ambientalistico ma anche in campo enogastronomico, aspetto peculiare del nostro territorio data la presenza del vino marsala (conosciuto in tutto il mondo) e di altri prodotti che connotano l’agricoltura di questo territorio lambito dalla Laguna dello Stagnone e dalle Saline. Si è parlato di accoglienza e immagine urbana, pulizia, potenziamento di servizi. L’evento vuole far seguito all’analoga esperienza ideata e organizzata ormai da molti anni a Paestum, che va sotto il nome di Borsa Mediterranea di Turismo Archeologico. L’obiettivo è quello di promuovere i siti e le destinazioni di richiamo turistico di tipo culturale per favorire le visite e i viaggi in questi luoghi e quindi la commercializzazione, incrementare le opportunità economiche e gli effetti occupazionali.
Per la città di Marsala sarebbe fantastico portare avanti il programma «Borsa Italiana del Turismo Culturale» vista la ricchezza di luoghi naturalistici, storici, culturali e di unicità enogastronomiche. Ciò comporterebbe la condivisione di intenti e la compartecipazione in sinergia dei soggetti provenienti dai diversi settori pubblici (ente locale, beni culturali e ambientali) e privati (commercianti, produttori, albergatori, ristoratori, pro loco e associazioni a vario titolo) in modo da far confluire in un progetto coeso una grande organizzazione per la diffusione delle nostre unicità e una conseguente accoglienza di cittadini e turisti sia nei percorsi storico-naturalistici-ambientali sia in itinerari enogastronomici. Si è disponibili a farlo? Mettersi intorno ad un tavolo e creare pubblicità diffusiva e agenda operativa non è facile, ma si può, se ognuno riesce a spogliarsi dal protagonismo e a mettere a disposizione della comunità ciò che ha e sa fare a vantaggio di un futuro beneficio collettivo. Questa è una occasione, forse l’unica per far volare in alto la città lilibetana.