Un viaggio emozionante alla scoperta del Soave

 

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Proprio di questo si è trattato, come specificato nel titolo. Non solo una degustazione, ma un vero e proprio viaggio emozionante nella terra del Soave. In nessun altro modo potremmo definire l’evento organizzato da Ais Catania con il nostro quotidianoEnoNews e con il Consorzio Tutela del Soave lo scorso lunedì 26 ottobre nei locali del Plaza Hotel di Catania. “Il Soave dei Grandi Cru”: questo il titolo che ha richiamato tantssimi soci e simpatizzanti, ma soprattutto tantissimi amanti del vino di eccellenza di una terra altrettanto affascinante. A guidare questo viaggio, nomi del calibro di Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di Tutela del Soave,Giovanni Ponchia, dell’Ufficio Tecnico del Soave, e Andrea Galanti, sommelier vincitore del Trofeo nazionale Master Soave 2015.
Presentati dal delegato Ais di Catania, Maria Grazia Barbagallo, dopo i saluti giunti dal presidente di Ais Sicilia, Camillo Privitera, gli ospiti protagonisti si sono subito congratulati con l’impeccabile organizzazione etnea per l’ampia e attenta partecipazione di pubblico.
Forse per la prima volta – ha detto Lorenzoni ad inizio del suo intervento – in Sicilia avviene una degustazione così completa dei nostri vini. Presentiamo un territorio piccolo ma dalla grande Denominazione”.
Già nel nome di questo vino c’è qualcosa di magico. Sembra che la bella terra di Soave tragga il suo nome dagli Svevi, popolo germanico che scese in Italia con Alboino. Fin dall’antichità i vini Soave furono molto apprezzati ma è all’inizio del ‘900 che inizia la vera fortuna, quando le aziende veronesi cominciano a proporlo sui mercati nazionali ed esteri.

La sua zona di produzione è nella parte orientale delle colline veronesi. Il vitigno principale della Denominazione è la Garganega. Doc nel 1968, trent’anni dopo, nel ’98, arriva la Docg per il Recioto di Soave, e nel 2001 la Docg per il Soave Superiore. La specificazione, infine, di “Classico” in aggiunta alla Denominazione “Soave”, si ha quando le uve sono raccolte e vinificate nei territori dei Comuni di Soave e Monteforte d’Alpone, cioè nella zona originaria più antica, la “zona storica”.
“Anche se tutto sembra un’unica, grande vigna, piena di dinamiche” come ha specificato Aldo Lorenzoni. Un incontro che ha voluto dare anche una lettura critica del sistema produttivo di oggi, con la zona classica e con le zone “allargate”.

07-a000141Anche per Giovanni Ponchia, i vini scelti per l’incontro catanese non facevano parte della normale didattica. Si è trattato di vini che per lo più vengono proposti in degustazioni negli Usa. In Sicilia si è voluta fare una sperimentazione per comprendere le specificità geologiche del territorio. Le terre del Soave condizionano tantissimo le loro produzioni e sono in grado di marcare in maniera decisa qualunque cosa ci si pianti, ha spiegato Ponchia. Naturale, da qui, l’accostamento con l’Etna, dove oltre ai vitigni autoctoni, tanti altri vitigni internazionali trovano il loro habitat spontaneo.
E allora in quel territorio affascinante, dove il Castello di Soave fa quasi da porta, da confine naturale, si sviluppano i numeri di una realtà oggi tra le più interessanti della produzione italiana: 1 Consorzio di Tutela, 2 Docg, 150 imbottigliatori, 3 mila viticoltori, 6.500 ettari di vigneto, 40 milioni di bottiglie di Soave Doc, 15 milioni di bottiglie di Soave Classico, 200 mila bottiglie di Soave Superiore Docg, 300 mila bottiglie di Recioto di Soave Docg.
Grandi nomi, allora, anche per i vini in degustazione, illustrati prima da Ponchia, per gli aspetti geologici e di vigneto, e poi da Galanti, per gli esami visivo, olfattivo e gustativo.

09-a0001491. Soave Doc Classico “Pressoni” 2014, Cantina del Castello: Il vino si presenta cristallino, giallo paglierino di media intensità. Ma la luminosità è bella, fa presagire freschezza. Al naso, note delicate, floreali, agrumate, con un finale che ricorda la mineralità e quindi la sua origine vulcanica. Sfiora quasi note metalliche. Si tratta di un campione complesso, fine. In bocca, c’è una bella avvolgenza, l’alcol non è mai invadente, ma c’è una suadente sapidità. Bell’equilibrio gusto-olfattivo, con una persistenza medio-lunga. Finisce sapido e invoglia a proseguire la sua degustazione. Vira già sull’eccellenza.

04-a0001312. Soave Superiore Docg “Il Casale” 2014, Vicentini: Garganega in purezza, siamo a 100 metri sul livello del mare. Questo vino esalta la componente floreale della Garganega. Si presenta cristallino, di un giallo paglierino scarico. Anche qui, sintomi di giovane età. Un vino fresco. Al naso, c’è una maggiore complessità: biancospino e un accenno alla pesca bianca. Spiccata mineralità. Bellissima complessità e finezza. In bocca, buona e delicata avvolgenza. Si racconta in modo diverso, è un vino già più formato. C’è una marcata acidità e al contempo una delicatezza nell’aspetto sapido. È un campione che può regalare tante emozioni negli anni. Bella persistenza, con un finale elegante.

11-a0001573. Soave Superiore Docg Classico “Monte di Fice” 2014, I Stefanini: Il vino si presenta cristallino, ma con colori più decisi e un giallo paglierino uniforme. La nota ancora giovane si percepisce anche sul finale. Bella luminosità, il vino rivela un suo corpo deciso. Al naso, leggera maturità. Note di terra scura e floreali: ginestra, questa volta, più che biancospino. Anche una nota di albicocca, che volge a maturazione. In bocca, secco, avvolgente, fresco, sapido. Note di scorza d’arancia, poi di pompelmo. È stato definito un vino “divertente”, con una bella persistenza. Certamente un campione fine.

17-a0001894. Soave Superiore Docg Classico “Castelcerino” 2013, Cantina di Soave: Siamo tra i 250 e i 300 mt. s.l.m. Il vino si presenta cristallino, anche qui di un giallo paglierino uniforme. L’annata è stata più favorevole del 2014, certamente calda ma meno piovosa. Sensazioni floreali e di mineralità. Note di cera, gelsomino in modo netto. Ma comunque note sempre delicate, mai invasive. Un vino che si racconta un po’ alla volta. In bocca, bella avvolgenza, con l’alcol più presente. Marcata acidità. La sapidità è ben integrata. La persistenza è intensa. Note erbacee, di frutta ancora giovane. La finezza è raggiunta.

16-a0001785. Soave Doc Classico “Vigne di Fittà” 2013, Casarotto: Un vino cristallino, dal giallo paglierino più intenso, che tende al verdolino. Bella luminosità. Al naso, la sensazione è già sapida e delicata. Note floreali e fruttate, che ric
ordano la pesca, il pompelmo. Complessità e finezza, allo stesso tempo. In bocca, l’avvolgenza è piacevole. L’alcol non è invadente. Bella freschezza, anche qui con sapidità più marcata. L’ingresso è intenso, con una bella persistenza ed un bel finale. Un campione pronto, come gli altri vini degustati. E con un bel potenziale, anch’esso armonico.
20-a0001976. Soave Doc Classico “Pigno” 2013, Marcato: Anche qui siamo in presenza di Garganega in purezza. Il vino è cristallino, dal colore intenso. Accenni a un dorato. Bella struttura. Gli archetti staccano nettamente nel calice e anche qui l’alcol non è invadente. La sapidità rivela il territorio, come la mineralità. È un campione complesso. Anche in bocca si racconta da sè. Ha tutto ciò che occorre per essere un grande vino. È avvolgente, nel finale la salivazione è fluida. Spiccata acidità. Un vino intenso, persistente, pronto.

21-a00011067. Soave Doc Classico “Monte Sella” 2013, Le Mandolare: con questo vino sono iniziati anche gli abbinamenti della serata (di cui scriveremo tra poco, ndr), con le realizzazioni dello Chef Alfio Visalli. Il vino si presenta cristallino, di un giallo paglierino intenso e tendente al dorato. Al naso, nota di camomilla, per un floreale comunque delicato. Note di frutta candita. C’è tutta la classicità della Garganega. C’è frutta se
cca. Anche le note minerali sono molto delicate. È un campione complesso e di qualità fine. In bocca, è avvolgente. L’alcol si percepisce più sul finale. Anche questo campione non smentisce il territorio di provenienza. Note fresche, sapide, che fanno un racconto armonioso ed elegante.
23-a00011278. Soave Doc Classico “La Froscà” 2013, Gini: ancora un vino cristallino, dal bel colore giallo paglierino più deciso, che ricorda il dorato, abbastanza uniforme. Bellissima luminosità, forse la più bella fra tutti i campioni degustati. Archetti regolari. Al naso, è stato definito un “vino nordico”, con mix di fiori di montagna, erba tagliata, molto delicato. Poi si apre a note tipiche, con sensazioni agrumate, cedro, frutta candita. Bella mineralità, che avvolge. In bocca, secco, con una punta di avvolgenza, sapido all’ingresso, acidità che giunge a metà degustazione ed una sapidità che mai stravolge. La persistenza è bella quanto l’ingresso di questo vino, con una finezza sopra le righe. Anche nel finale c’è un mix di sensazioni vulcaniche e nordiche.

24-a00011309. Soave Superiore Docg “Runcata” 2013, Dal Cero: è un vino che nasce dalle vecchie vigne, Garganega in purezza. Forse è il campione che più ricorda l’Etna Bianco. Cristallino, giallo paglierino uniforme su note dorate, è un campione bello, luminoso, ipnotico. Al naso, il territorio è già presente nel calice, con tutta la sua mineralità e la sua complessità. Le note floreali ricordano il biancospino, il gelsomino, mentre si nasconde l’aspetto fruttato. Un campione complesso, fine. In bocca, secco, avvolgente, coinvolge tutte le papille gustative. Anche in bocca è un campione fine e armonico. Uno dei Cru più intriganti.

18-a000193Ed infine, come accennato prima, a rendere ancora più gradevole ed elegante questa serata firmata Ais Catania, EnoNews e Consorzio Tutela del Soave, ci ha pensato Alfio Visalli, Chef Patron della “Blu Lab Academy” di Aci Sant’Antonio ed uno dei protagonisti principali dell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei, guidata dal presidente Seby Sorbello e sempre in prima linea quando si tratta di realizzare e sostenere eventi di eccellenza nel territorio catanese.

28-a0001162 (1)Con la sua squadra, composta da Simona Pappalardo, Vittorio Lizzio e Riccardo Bonsangue, e con il supporto del Centro Surgelati di Acireale (dove Visalli è Chef), Alfio ha così abbinato elegantemente ai Grandi Cru del Soave “Le Strade del Mare”, con un menù attentamente studiato e sapientemente realizzato. Beccafico di alici sabbiati a crudo; cous cous croccante con le diverse tonalità di sapore del gambero rosso; e poi Risottino Carnaroli con cipollotto, fichi bianchi, lamelle di bottarga e mentuccia.
Non poteva chiudersi diversamente una serata così bella e tanto apprezzata dai partecipanti, che adesso attendono un nuovo, prestigioso appuntamento di Ais Sicilia ed EnoNews. E saranno presto accontetati!






 

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Antonio Iacona

L’Accademia Italiana di Gastronomia Storica, guidata dallo studioso e presentatore Rai Alex Revelli Sorini, ha nominato Antonio Iacona “Ambasciatore e Questore del Gusto” per la città di Catania, per il suo impegno nel diffondere le tradizioni enogastronomiche del territorio come strumento di sviluppo culturale, economico e turistico. Poeta, scrittore e giornalista catanese, laureato in Lettere Moderne, Antonio Iacona è sommelier, assaggiatore di olio, cura uffici stampa di eventi legati all’agroalimentare e collabora con numerose testate giornalistiche nazionali di enogastronomia. Dal 2013 cura l’ufficio stampa dell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei.

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