Mastroberardino: le Radici dell’Irpinia al Congresso AIS 2017. Da non perdere!

Vera gloria radices agit, diceva Cicerone nel secondo libro del De Officiis: la vera gloria mette radici. Può ben dirlo Pietro Mastroberardino, decima generazione della famiglia e ospite d’onore della verticale di sei annate del Taurasi più noto della denominazione, quel Radici dal nome tanto azzeccato. Le fondamenta della famiglia di Piero, infatti, sono piantate assai in profondità nel territorio irpino: se è il più che rispettabile anno 1878 a campeggiare sul gotico cognome impresso sulle etichette (l’anno di iscrizione nella Camera di Commercio di Avellino), sono numerosi i documenti del catasto borbonico a testimonio della presenza della famiglia nella cittadina di Atripalda (tutt’oggi sede principale dell’azienda) già dalla metà del Settecento.

“Radici”, come dire famiglia, ma anche resistenza, stabilità; e ancora crescita, sviluppo, approfondimento. Nel 1986, anno di nascita dell’omonimo programma, non poteva emergere nome più adeguato a legare una secolare tradizione famigliare con i moti di eroica ribellione al sisma irpino del 1980. Radici nasce nel 1986, infatti, con l’obiettivo di saldare la frattura del terremoto di sei anni prima; saldatura metaforica, certo, ma non solo. A Montemarano, i quattordici ettari dei vigneti coltivati ad aglianico diventano il campo di sperimentazione della famiglia: Antonio Mastroberardino, alimentato da un’insopprimibile ansia di ricostruzione, sottopone tutto a studi minuziosi, dai cloni ai sistemi di allevamento fino all’esame delle giaciture, alla ricerca della rivoluzione più sana, dell’innovazione che cura. Il risultato fu un Taurasi destinato a diventare sinonimo stesso della denominazione.

Cura è la parola più adeguata per parlare dei Mastroberardino, un po’ produttori e un po’ guaritori, membri di una comunità flagellata dai terremoti e dunque sempre presi dal desiderio di ricostruire un territorio, di guarire una regione, di resuscitare una cultura. Fu Antonio, padre di Piero, ad avviare il ripristino della viticoltura nei terreni adiacenti la Villa dei Misteri di Pompei; Piero, suo figlio, a ristrutturare la secolare cantina di Atripalda, illuminandola con gli affreschi di artisti italiani e stranieri.

L’occasione per celebrarne l’impegno è a Taormina, il 28 ottobre, al Congresso nazionale AIS,  quando sei annate di Radici Taurasi DOCG Riserva (2o11, 2009, 2007, 1999, 1998, 1997) saranno stappate per la gioia di chi vorrà porgere il proprio omaggio ad una coraggiosa famiglia italiana.

Sabato 28 Ottobre ore 18.45 – MASTROBERARDINO

 

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Gherardo Fabretti

Appassionato di leggi e latinorum, in principio fu Giurisprudenza. Laureato, invece, in Lettere moderne, diventa presto redattore per riviste di letteratura e fumetti. Alcolismo vuole che il vino inizi a interessarsi a lui, fino al diploma AIS di sommelier e al master in Gestione e Comunicazione del Vino organizzato da ALMA. Vive a Milano, ma quando può fugge, perdendosi volentieri in varie parti del mondo, perché il viaggio, come diceva Costantinos Kavafis, è “fertile in avventure e in esperienze”. Crede che Venezia sia la porta della felicità e Parigi il rifugio degli ultimi romantici. Non ha problemi con gli aerei ma a New York preferirebbe arrivarci in nave. Mentre organizza una breve gita in Mongolia, cerca compagni per il viaggio.

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