Focus Etna: identità e non omologazione. Ecco l’Etna che cambia!
Il secondo appuntamento (qui il primo) del Focus Etna dedicato ai vini rossi di media evoluzione ha generato un interessante dibattito e svelato qualche piccolo segreto. Rispetto al decennio scorso si registra un deciso cambio di rotta da parte dei viticultori etnei, generato soprattutto da una maggiore conoscenza del territorio e consapevolezza.
I venti vini degustati delle annate 2013-2014, nella maggior parte dei casi, hanno dimostrato uno stile identitario del territorio; il legno è meno invadente, vi è una minore intensità di colore, i vini sono più fluidi. Le tecniche utilizzate in cantina sono sicuramente cambiate e più attenzione viene prestata a ciò che avviene in vigna nelle diverse fasi dell’anno. Il produttore sa quello che vuole e non ha intenzione di snaturare il vitigno; non è più l’enologo che domina il vino ma è la natura del vitigno che emerge e risalta; scompare, quasi, la presenza di vitigni internazionali e sempre più valore acquisisce l’autoctono nerello mascalese e il fratello minore cappuccio. Una vera inversione di tendenza che a lungo termine inizia a dare risultati importanti per un territorio che si caratterizza per la sua unicità.
Degustando i vini non appartenenti a Cru è più difficile fare una distinzione dei versanti soprattutto nel caso di aziende che all’interno della Doc Etna hanno possedimenti in varie zone geografiche poiché in questi casi i blend vengono creati tra uve che vengono vendemmiate in periodi diversi e che appartengono a vari versanti. Discorso diverso può essere fatto invece nel confronto tra diversi Cru di contrade differenti, in quel caso il gioco diventa entusiasmante e le alte quote e le diverse ventilazioni cominciano ad avere una certa rilevanza.
Il nord ha un clima più stabile, il sud arriva a maturazione prima. Più le quote aumentano e meno facile è l’attacco della peronospora e dei funghi di queste zone.
Tra i dati emersi è importante non dimenticare che l’Etna pur essendo un piccolo territorio ha un’area vitivinicola di 3.300 ettari; i cloni di nerello mascalese sono solo due, diversi sono invece i portainnesto.
I vini al calice, tutti di buona fattura, in alcuni assaggi hanno mostrato particolari peculiarità e similitudini che marcano un’identità ma non creano omologazione.
Emerge un timbro di nota minerale che alla cieca crea riconoscibilità.
Tra gli assaggi:
Etna Rosso Tenuta San Michele 2014 dell’Azienda Murgo è rosso rubino carico, ha sentori di frutta rossa matura, un tannino graffiante e una buona persistenza. Vino da uve mature.
L’ Etna Rosso 2014 dell’azienda Benanti è luminoso dal rosso rubino scarico, ancora chiuso al naso ha una netta riconoscibilità con una piacevole nota minerale; in bocca ha una buona fattura del tannino. Vino equilibrato.
Ghiaia Nera 2014 Tascante. Rosso rubino scarico ha una minore estrazione di colore, sentori di frutta, fragola e ribes. Vino lineare di grande pulizia, fresco ed identitario del territorio.
Le sabbie dell’Etna 2014 di Firriato ha sentori fruttati e vegetali, di struttura pronto e grintoso, il tannino è centrale, piacevole persistenza e buona sapidità; nota identificativa di Etna.
Nerello Mascalese 2014 Tascante è rosso rubino intenso al naso frutta rossa sotto spirito, nota speziata, minerale più piccante; il tannino è centrale e il nervo presente; persistente.
Contrada S 2013 Passopisciaro. Rosso rubino trasparente, eleganza estetica alla vista e ventaglio olfattivo variegato, nota marcatamente ferrosa, mineralità piena; finale di tabacco. Il tannino ben distribuito ha una piacevole lunghezza gustativa.
Contrada G 2013 Passopisciaro. Limpidezza e trasparenza alla vista, torna l’eleganza estetica; ha un’unghia granata e aranciata; struttura e ottima gestione del tannino, sapidità accentuata.
Nerello Cappuccio 2013 Benanti. Il nerello cappuccio in purezza è un prodotto di nicchia in genere viene utilizzato solo per tagliare gli altri vini. Accattivante e morbido, ha profumi di frutta rossa, tannino gradevole buona sapidità e persistenza.
Etna Rosso 2013 Cottanera. Prevale al naso una piacevole nota erbacea; tannino equilibrato e gestito bene, di buona fattura ma non identificativo. Persistente e sapido. Volontà del produttore internazionale
Ghiaia nera 2013 Tascante. Limpido e trasparente gode di una propria luminosità. Il ventaglio olfattivo variegato spazia da una nota erbacea, fungo, sottobosco, pot pourry. Tannino centrale, leggera ma piacevole nota amarognola, sapidità e persistenza.
Nerello Mascalese 2013 Benanti. Rosso rubino tendente al granato, è limpido ed elegante. Sentori di frutta si alternano a nota minerale, ha tannini equilibrati, l’annata non è calda; sapidità e persistenza; vino che può evolversi nel tempo.
Erse 2013 Tenute di Fessina. Rosso rubino con lucente trasparenza; accentuata alcolicità, ha sentori di frutta sotto spirito, nota erbacea, il tannino è centrale, non eccessivamente lungo.
Gli altri incontro “Focus Etna”: 1° data
foto di Flavia Catalano